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CHECK UP MEZZOGIORNO: SEGNALI DI RIPARTENZA AL SUD Mauro Natale: “Il Molise è ancora sostanzialmente fermo” 

08 gennaio 2016

I segnali di vitalità dell’economia meridionale, visibili già nella prima parte dell’anno, si sono infittiti, tanto da far prevedere la possibilità di valori timidamente positivi per il PIL meridionale già alla fine del 2015. Secondo le stime di Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), il PIL del Mezzogiorno dovrebbe infatti tornare a salire dello 0,2% nel 2015 ed in maniera un po’ più robusta nel 2016 (+1%).

 

Prospettive moderatamente positive sono confermate anche dall’ “Indice sintetico dell’economia meridionale”, un indicatore composito (aggiornato con cadenza semestrale) che fotografa anno per anno lo stato di salute economica dell’Italia meridionale: secondo le stime, infatti, nel 2015 l’Indice dovrebbe far segnare, per la prima volta dal 2011, un valore sia pur di poco positivo. Tre indicatori su cinque (PIL, Export e Occupazione) sono in crescita, uno (quello delle imprese) sostanzialmente stazionario: solo l’indicatore degli investimenti continua, anche per il 2015, a far segnare valori negativi, anche se il calo è minore di quello degli anni precedenti. Come negli anni scorsi, dunque, sono i bassi investimenti a condizionare le prospettive di ripresa del Sud.

 

Il Molise, purtroppo, è in controtendenza: il PIL pro capite è sceso in quattro anni di bene 6 punti, cioè dal 74,5 nel 2010 ad un valore del 68,5 nel 2014.

E’ cresciuto, invece, l’export con un + 9,4% (confronto 2014-2015).

Altro dato positivo lo registriamo sul fronte della disoccupazione, diminuita dal 2013 al 2015 di un punto percentuale (siamo passati dal 15,6 del 2013 al 14,4 del 2015).

Resta preoccupante, però, il tasso di disoccupazione giovanile, che continua a crescere (dal 48,6% registrato nel 2013 al 49,3% del 2014), così come la disoccupazione femminile (dal 12,8% del 2014 si è passati al 14,2 del 2015)

Diminuisce anche la spesa in ricerca & sviluppo: il Molise è in fondo alla classifica delle regioni italiane, con un valore registrato nel 2012 pari allo 0,44 (valore in percentuale sul Pil)

 

Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere meridionali si mantiene sui massimi degli ultimi quattro anni, facendo segnare un valore di due punti più elevato rispetto ad un anno fa: segnale analogo viene dai consumatori, che esprimono anch’essi una fiducia ai massimi rispetto agli ultimi quattro anni.

 

Al miglioramento delle aspettative ha sicuramente contribuito la crescita dell’occupazione al Sud: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, sono 136.000 in più, rispetto all’anno precedente, gli occupati nelle regioni meridionali, riportando il dato vicino alla soglia psicologica dei sei milioni di occupati (5 milioni e 970 mila). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il tasso di occupazione sale al Sud dell’1,1%, lo 0,3% in più della media nazionale mentre la disoccupazione cala di 2 punti percentuali (sempre rispetto al III trimestre 2014), scendendo al 17,6%.

 

L’incremento degli occupati meridionali è stato determinato dallo sgravio per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nei primi 9 mesi dell’anno, infatti, sono state quasi 290 mila le assunzioni agevolate al Sud su un totale di 900 mila: il dato sulla Cassa Integrazione, tornato sui livelli pre-crisi, conferma a sua volta la stabilizzazione dell’economia meridionale dopo sette anni di turbolenza.

 

Il Presidente degli industriali molisani Mauro Natale commenta così il Check up Mezzogiorno elaborato, come di consueto, dal Centro Studi di Confidustria: “Certamente si tratta di segnali, perché il macigno della disoccupazione, soprattutto giovanile (ben rappresentata dal 38,9% di NEET meridionali) è solo scalfito. Ma - ci tengo a dirlo - ma sono segnali, per la prima volta, di segno chiaramente positivo”.

 

Campobasso, 8 gennaio 2016

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