Area riservata



Falcione: “Il tempo è scaduto: non si può continuare così” 

22 settembre 2011

“Il tempo è scaduto: non si può continuare così”

“Questo è il momento di mostrare buon senso e chi ne possiede un po’ è meglio che lo usi”.E’ questo il commento di Edoardo Falcione, vicepresidente dell’Associazione degli industriali molisani,a supporto delle dichiarazioni del numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia sulla situazione emergenziale nella quale il Paese si trova.

“Il tempo è scaduto, c’è bisogno di discontinuità e di una forte strategie per la crescita, altrimenti rischiamo di buttar via gli sforzi fatti per decenni”.

La Marcegaglia non poteva essere più esplicita nel suo affondo contro l’esecutivo, anche perché - continua - “le cose da fare sono chiarissime: riforma delle pensioni, del fisco e liberalizzazioni”.

Già prima del declassamento del rating dell’Italia da parte di Standar& Poor’s l’Associazione Industriali del Molise era intervenuta sulla manovra finanziaria varata dal Governo, senza far mistero delle preoccupazioni per lo scenario economico futuro dell’Italia e, in modo particolare, del sistema industriale.

“Assistiamo ad una crisi senza precedenti  nelle modalità, nei rischi e nel punto d’approdo che nessuno può dire di conoscere con sicurezza. Anche perché - commenta Falcione - ogni giorno che passa c’è una novità: se oggi - ad esempio - a Montecitorio Marco Milanesi cade, la valanga forse comincerà a rotolare a valle. E’ una ipotesi. Ma cosa sperare? Non sta a noi dire quale tipo di esecutivo debba essere chiamato a guidare il Paese. Sta a noi dire, però, condividendo appiano le posizioni espresse da Confindustria, che non c’è più tempo da perdere e che occorrono interventi per la crescita e comportamenti che facciano recuperare credibilità al Paese”. 

Intanto Moody’s lancia l’allarme sugli effetti recessivi della manovra su regioni ed enti locali che finiranno per ridurre ulteriormente la quota di investimenti locali; l’Istat pubblica dati allarmanti su lavoro irregolare (oltre il 10% degli occupati totali in Italia nel 2010 e disoccupati; il Centro Studi di Confindustria pubblica il suo consueto rapporto annuale  in cui si legge: “Durante l’estate la ripresa si è molto indebolita in tutte le maggiori economie avanzate e anche il dinamismo dei paesi emergenti, finora importante motore del rilancio, si è affievolito. L’Italia, come purtroppo già successo nel recente passato, ha anticipato e accentuato la frenata internazionale”. 

Infine, nella classifica della libertà economica elaborata dal Fraser Istitute di Vancouver (che in Italia collabora con il Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi), l’Italia perde posizioni: dal 66° posto è scesa al 70°.

I commenti su questo intervento sono chiusi.