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Audizione sulle proposte di legge di riforma dei nuclei industriali 

22 gennaio 2014

Pubblichiamo di seguito l'intervento di Confindustria Molise all'audizione convocata dalla prima commissione consiliare regionale su due proposte di legge di riforma dei Consorzi Industriali del Molise.

 

Proposte di legge sul riordino dei consorzi industriali

 

Gentili consiglieri, per prima cosa desidero ringraziavi per aver convocato questa audizione.

Il tema, come è noto, ci è molto caro ed è stato più volte, nel corso degli ultimi dieci anni, sottoposto all'attenzione di coloro che si sono succeduti al governo della Regione.

Da tempo riteniamo, infatti, che un radicale cambiamento nella governance dei consorzi industriali sia un elemento di competitività determinante per lo sviluppo delle attività produttive regionali, e che la preponderanza degli interessi politici su quelli economici ed operativi di questi enti sia stata deleteria non solo per lo sviluppo delle imprese che vi sono insediate, ma per lo sviluppo economico dell'intera regione.

Esprimiamo, quindi, grande soddisfazione per l'attenzione che finalmente questo consiglio regionale ha deciso di dedicare a questo argomento, presentando ben due distinte proposte di legge, che vanno entrambe nella direzione di modificare radicalmente la struttura e le funzioni dei consorzi industriali regionali.

Riteniamo come Associazione Industriali che uno degli obiettivi che la nostra regione deve perseguire è lo snellimento della macchina amministrativa e, di conseguenza, la riduzione del costo dei servizi pubblici, senza intaccarne la qualità e la quantità. Siamo convinti che ci siano spazi per fare questo, perchè nel corso degli anni si sono create sacche di inefficienze che non sono più sostenibili e che possono e devono essere eliminate. Una macchina amministrativa pubblica snella ed efficiente è uno degli elementi di competitività di questo territorio che va assolutamente recuperato.

I consorzi industriali rappresentano forse l'esempio più calzante di queste inefficienze: oggi sono tre, dislocati su un territorio piccolo e poco industrializzato, hanno tre strutture organizzative distinte e pur avendo problematiche comuni, sono gestiti disgiuntamente, senza che l'uno faccia tesoro dell'esperienza e delle buone pratiche degli altri. Subiscono fortissime pressioni politiche e spesso non hanno le risorse per fornire quei servizi di cui le imprese hanno bisogno. Sono, in pratica, dei carrozzoni costosi che creano più problemi di quanti ne risolvono.

Per questo accogliamo con favore un intervento legislativo che non sia una semplice riforma ma una vera e propria rivoluzione nella gestione della politica industriale regionale.

Prima di sottoporre alla vostra attenzione le nostre osservazioni dettagliate sull'articolato normativo proposto, ci preme fare una considerazione.

La nostra Associazione, anche a livello nazionale, per il tramite di Confindustria, ha, tra i principi che la ispirano, quello della promozione dell'attività privata in ogni ambito. Ritiene, pertanto, che la pubblica amministrazione debba svolgere il proprio ruolo trattenendo in capo a sé solo quelle attività che i privati non possono svolgere adeguatamente per soddisfare l'interesse collettivo.

Questo non rappresenta solo un elemento di efficienza dei servizi da rendere ai cittadini, ma è anche un'indicazione che viene dall'Europa, che promuove a tutti i livelli la libera concorrenza e l'imprenditorialità.

Anche le attività svolte dai Consorzi industriali possono, e secondo noi devono ispirarsi a questi principi, e in tale ottica riteniamo che entrambe le proposte di legge avrebbero potuto spingersi anche oltre nel ridisegnarne le funzioni.

Inoltre si sarebbe potuta ulteriormente semplificare l'organizzazione della politica industriale, riducendo al minimo i passaggi “politici” ed accorpando ancora altre funzioni che oggi vengono svolte da soggetti diversi, comunque riconducibili alla regione.

Ci riferiamo in particolare alla Finmolise e a Sviluppo Molise, che dovrebbero essere maggiormente collegate all'Agenzia per lo sviluppo delle attività produttive del Molise, ente che una delle due leggi propone, al fine di garantire un maggiore coordinamento nelle azioni degli enti strumentali regionali.

Entrando nel merito delle leggi proposte, sottoponiamo alla vostra attenzione le seguenti osservazioni.

Condividiamo l'idea, che entrambe le leggi prevedono, di accorpare sotto un unico soggetto la gestione dei tre consorzi attualmente esistenti.

E' una scelta di efficienza che invochiamo da tempo, volta non solo a ridurre i costi di gestione dei servizi comuni, facendo leva su economie di scala, ma anche di coordinamento delle decisioni politiche, ricondotte così ad un unico organo amministrativo che attua le disposizioni regionali di politica industriale.

La riduzione del costo dei servizi resi alle imprese insediate nelle aree industriali deve essere l'obiettivo prioritario di questo intervento legislativo, che deve, ove possibile, puntare anche alla loro privatizzazione, nel caso in cui una gestione privatistica sia meno costosa e più efficiente.

Tariffe più basse in queste aree significano maggiore attrattività per gli investimenti e maggiore competitività per le aziende che oggi vi operano, tanto da spingerle a non abbandonare questo territorio, già gravato da pesanti tasse locali.

Riteniamo inoltre importante che il ruolo dell'ente unico sia limitato alla gestione infrastrutturale delle aree e alla fornitura dei servizi essenziali alle imprese, tralasciando tutti quegli altri servizi immateriali, quali ad esempio la formazione o l'assistenza consulenziale alle imprese, che vengono già svolte da altri soggetti privati sul territorio o dalle camere di commercio.

In questo modo si potrà evitare di caricare sulle imprese altri costi che sono relativi ad altri servizi che queste ultime potrebbero ritenere non essenziali.

Un altro elemento importante che condividiamo, e che è stato da noi più volte proposto alle regione, è la possibilità, che entrambe le leggi prevedono, che il soggetto unitario di gestione delle aree possa gestire, su proposta dei comuni, anche le aree P.I.P. nonché tutte le aree di competenza di altri enti destinate ad ospitare attività produttive, siano esse industriali, artigianali o commerciali.

Per quanto riguarda la fase transitoria, riteniamo più funzionale il percorso previsto dalla proposta normativa della Giunta, che non si fa carico delle gestioni precedenti, riconducendole ad una contabilità separata da assegnare a tre commissari, i quali devono portare a termine le operazioni di liquidazione entro un anno.

Nell'altra proposta, il conferimento del personale nonché di tutti i rapporti attivi e passivi al nuovo ente potrebbe far pensare ad una prosecuzione di fatto delle attività precedenti, che invece vanno radicalmente riformate e riorganizzate su nuove basi.

Anche le modalità di scelta del direttore generale e degli organi amministrativi seguono percorsi e modalità diverse nelle due proposte di legge, che risentono di due impostazioni molto differenti tra loro, una più politicocentrica, in cui la politica è ancora il fulcro decisionale dell'organismo, un'altra invece più partecipata e trasparente, in cui i meccanismi sono più indipendenti dal decisore pubblico.

Mentre, ad esempio, la proposta della giunta regionale affida ad una selezione pubblica l'individuazione del direttore, e stabilisce dei criteri di competenza e professionalità per la scelta dei componenti dell'organo amministrativo, nell'altra la nomina degli amministratori è rimandata alla libera scelta del Consiglio regionale, e quella del direttore ad una selezione tra il personale in servizio nei precedenti consorzi.

Quest'ultima strada ci sembra dettata dalla volontà di salvaguardare la situazione esistente, profondamente vincolata anche all'appartenenza alla Federazione Italiana dei Consorzi Industriali, che storicamente tutela le posizioni di questi enti, anche i più inefficienti.

Noi riteniamo invece che tutta l'organizzazione vada completamente rivista, apportando innovazioni radicali alla strutturazione di questi enti e ai meccanismi che ne debbono regolare il funzionamento.


 

Un altro elemento che accomuna le due proposte è la previsione di un soggetto, allargato ad enti diversi dalla regione, che elabori proposte di politica industriale che questa possa recepire.

In realtà nella proposta dei consiglieri di minoranza gli enti allargati sono due, il nucleo per il coordinamento della politica economica e il comitato di indirizzo, entrambi con funzione consultiva.

Il primo, avendo sede presso l'Assessorato alle attività produttive, è sostanzialmente a regia politica e fornisce indicazioni alla giunta regionale riguardo alla politica industriale, con particolare riferimento alla gestione delle aree.

Il secondo sembra riprodurre l'assemblea dei soci dei vecchi consorzi, che in questo caso non ha però nessun potere ma esprime solo un parere consultivo. Ne fanno parte infatti i comuni, le province, le camere di commercio e i rappresentanti delle organizzazioni di categoria.

Neanche questa impostazione ci sembra sufficientemente innovativa, perché riproduce vecchi schemi organizzativi che si sono dimostrati poco efficaci.


 

Nell'altra proposta viene invece istituita la consulta delle attività produttive che, allargata a tutto il partenariato economico e sociale, possa esprimere pareri e dare indicazioni sulla politica economica complessiva della regione.

Le indicazioni della consulta dovranno essere prese in considerazione dalla Giunta regionale nella predisposizione della politica economica che questa intende attuare per il triennio successivo alla consultazione.

Pur condividendo l'idea che debba esistere un luogo della programmazione in cui si faccia sintesi delle proposte provenienti dal territorio riguardo allo sviluppo economico della regione, non riteniamo che sia questo intervento legislativo a doverne promuovere l'istituzione e disciplinarne l'organizzazione.

L'istituzione della Consulta, il suo funzionamento e la correlazione tra le sue attività e gli altri enti strumentali della regione attraverso i quali trova attuazione la politica industriale dovrebbero essere oggetto di un'altra norma più completa sulla programmazione, che vada a disciplinare tutto il percorso.

Il presente intervento legislativo dovrebbe limitarsi a disciplinare il funzionamento dell'organismo che gestisce le aree industriali, la loro infrastrutturazione e le modalità di attuazione della politica industriale regionale in stretto collegamento con gli altri enti strumentali quali Finmolise e Sviluppo Molise.


 

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